O
gni posizione va mantenuta almeno 3 minuti.
Spostare sempre una mano alla volta con molta dolcezza, sollevando le mani dal corpo
senza strisciarle.
Per i loro effetti benefici guardare le posizioni del trattamento di base.
Si procede trattando in sequenza Reni, Polmoni, Fegato, Milza e Cuore.
Questi organi svolgono alcune delle funzioni più importanti del nostro organismo, senza le quali non potremmo vivere.
Secondo una concezione olistica, essi non hanno solo una funzione fisiologica, bensì una più sottile e invisibile, una
funzione simbolica ed energetica.
I 5 organi infatti sono “catalizzatori” di emozioni: andandoli a trattare scioglieremo gli eventuali blocchi energetici
presenti in essi, che sono il frutto di emozioni represse o bloccate.
Centratura al cuore
Accarezzamento dell'aura
Prima posizione: mani sulle RENI
A livello fisiologico riconosciamo ai reni la funzione di filtro.
I reni mantengono nel sangue una giusta percentuale di Sali e sostanze utili per l’organismo, mentre scartano tutto ciò che è
superfluo e dannoso e che verrà eliminato sottoforma di urina.
Attraverso un grossolano processo iniziale di filtraggio e una successiva combinazione tra osmosi e principio di controcorrente,
i reni mantengono nel sangue il giusto equilibrio tra acido e basico, tra yin e yang.
Inoltre i reni, come gli altri organi doppi (polmoni, organi sessuali) rappresenta un certo livello di relazione, in particolare
l’unione degli opposti (l’agape, amore e interrelazione).
Attraverso il bere stimoliamo i reni e quindi la nostra propensione alla socialità e all’esperienza con l’altro.
La medicina tradizionale cinese associa il rene alla stagione invernale, periodo in cui tutto si ritira in profondità e
in silenzio, gli esseri viventi rallentano le loro funzioni vitali.
Gli animali vanno in letargo in luoghi riparati e i semi sottoterra avviano un lento processo che li porterà a
germogliare in primavera.
Il rene è associato all’acqua che scorre nel sottosuolo e al colore nero: buia è la notte, il sottosuolo,
il grembo materno.
E’ evidente quindi il collegamento con la figura materna, con il liquido amniotico, la gestazione.
La forma stessa del rene (come le orecchie, ad esso collegate) rimanda a quella del feto.
Il rene ci riporta ai primi stadi della nostra vita, quando galleggiavamo sicuri nel grembo materno e in generale al rapporto
con la madre nei primi 3 o 4 anni.
Così come il rene separa le sostanze utili e vitali da quelle nocive, così la madre filtra i pericoli e protegge il piccolo,
lo abbraccia, lo nutre, gli da tenerezza, lo tiene in braccio.
Il bambino così impara ad avere fiducia in sè stesso, impara a conoscere i propri confini, a distinguere un pericolo da
un’esperienza che gli porterà beneficio e sviluppa un sano istinto alla conservazione.
Nel regno animale ciò che mette in allerta di fronte a un pericolo è la PAURA: fa scattare i sistemi difensivi, la fuga
o l’immobilità e il rimpicciolimento.
Se da piccoli non siamo stati sufficientemente nutriti, protetti, coccolati, o non abbiamo avuto modo di sviluppare fiducia
in noi stessi e un senso di sicurezza, la nostra paura diviene eccessiva, non vogliamo tagliare il cordone ombelicale, ci
blocchiamo di fronte all’esperienza della vita.
Rimaniamo irretiti, ce “la facciamo letteralmente sotto”, si fa la pipì a letto.
Nefrite, ascessi renali, calcoli, cistiti: qualcosa non va, ”brucia” nell’ambito della sicurezza e nel rapporto con la madre.
Il calcolo renale rappresenta molto bene l’immobilità per la paura.
Ciò che non è più utile al nostro sviluppo si accumula e si cristallizza, non viene espulso per permetterci di fare
nuove esperienze.
Per alleviare il dolore della colica il medico ci consiglia di bere molto (stimolare la socialità) e di muoverci, di
saltare per smuovere il calcolo (“darci una mossa”).
I reni sono collegati alle orecchie, che lasciano entrare i suoni del mondo, ci mettono in contatto con l’esterno e la
vescica urinaria, che espelle i liquidi di scarto, ciò che è inutile e non ci serve più.
Organo di entrata: orecchie (udito)
Funzione fisiologica: filtro
Emozione luce: sicurezza, fiducia, tenerezza
Figura collegata: madre
Organi di uscita: vescica urinaria
Funzione energetica: protezione
Emozione ombra: paura
Seconda posizione: mani sui POLMONI
I polmoni sono i principali organi della respirazione.
All’interno di essi si compie lo scambio tra ossigeno atmosferico e anidride carbonica contenuta nel sangue venoso.
Passando per la trachea e successivamente per i bronchi, l’aria arriva negli alveoli, la cui parete, costituita da un
sottile epitelio, permette lo scambio tra i gas del sangue e quelli atmosferici.
L’aria, carica di ossigeno, è un elemento indispensabile alla vita di tutte le cellule del nostro corpo.
Il respiro è ciò che di più sottile e divino entra in noi.
La medicina tradizionale cinese chiama i polmoni i “Signori dell’energia”, poichè ricevono il Chi (forza vitale, prana)
dall’aria, lo depurano e lo inviano a tutto il corpo.
La respirazione comincia quando nasciamo, col primo vagito e ci accompagna tutta la vita, fino all’esalazione dell’ultimo
respiro; è regolata da movimenti involontari dei muscoli intercostali, legati sia ai centri della volontà che a quelli
vegetativi del nostro cervello.
E’ un processo di scambio simbolico: l’Io è inevitabilmente posto in relazione con l’esterno, va oltre il “cerchio magico”
della propria individualità e viene a contatto con l’altro (respiriamo tutti la stessa aria), trascende i propri limiti
e si relaziona con il Divino.
Quando nasciamo il respiro rappresenta la scissione della simbiosi con la madre e almeno nel respirare diveniamo liberi
e indipendenti.
L’aria dunque rappresenta la vita, la relazione, ma soprattutto la libertà.
Quando sentiamo che ci manca l’aria, siamo limitati nella libertà di agire e di parlare, ci sentiamo come uccelli in gabbia.
L’aria fuoriesce dai polmoni attraverso la trachea e fa vibrare le corde vocali, producendo il suono, la voce, le
parole, il canto.
Cantare è una bellissima espressione di libertà.
Se siamo capaci di esprimere la nostra verità e di parlare apertamente vuol dire che siamo liberi.
L’aria, il cielo, Dio sono rappresentati simbolicamente dalla figura del padre terreno.
Nostro padre ci insegna la fede, il coraggio e la forza, indispensabili per trovare la nostra libertà.
Nel coraggio risiede la forza per dire chi siamo, ma anche per sperimentare lo sconosciuto, per vivere appieno la vita.
Inspirare a pieni polmoni ci permette di riempirci di vita, vuol dire che siamo pronti a ricevere tutto ciò che l’esistenza
ha da offrirci, l’amore, la ricchezza, l’abbondanza, la salute, la bellezza.
Espirare simboleggia il dare, il donare e il donarsi (i polmoni sono a contatto col cuore) ma anche il lasciar andare
e l’abbandonarsi con fiducia all’intelligenza dell’Universo.
Inspirare ed espirare, ricevere e dare, vita e morte, sono il ritmo costante che governa l’Universo e che siamo in grado
di accettare e vivere con gioia.
La solitudine, la mancanza di libertà e la tristezza sono i demoni che governano un polmone malato.
L’enfisema polmonare, l’insufficienza respiratoria, il fumare in modo accanito: si respira in modo superficiale, si
nega il proprio diritto alla vita, alla pienezza e alla felicità.
I polmoni si aprono nel naso da cui entra l’aria e sono collegati all’intestino crasso, che espelle le sostanze di
scarto ed è quindi luogo del lasciar andare.
Organo di entrata: naso (olfatto)
Funzione fisiologica: scambio gassoso
Emozione luce: coraggio, fede, libertà
Figura collegata: padre
Organi di uscita: intestino crasso
Funzione energetica: scambio, comunicazione
Emozione ombra: tristezza, solitudine
Terza posizione: mani sul FEGATO
Il fegato è l’organo più grande del nostro corpo, è il nostro laboratorio chimico dove avvengono alcuni dei più importanti
processi di selezione e trasformazione delle sostanze vitali per l’organismo.
Nel fegato vengono sintetizzate le sostanze velenose e di scarto, come la bilirubina dell’emoglobina, o l’urea, eliminati
con la bile dall’intestino o dai reni.
Nel fegato vengono immagazzinati e prodotti gli elementi energetici: la bile trasforma i lipidi rendendoli solubili in
acqua; inoltre viene raccolto ma anche prodotto il glicogeno, che costituisce il 6-7% della massa del fegato.
Il glicogeno è prontamente trasformato il glucosio utilizzabile a scopo energetico dai tessuti impoveriti.
Un’altra importante funzione è la sintesi di numerose sostanze proteiche e degli aminoacidi.
Gli aminoacidi costituiscono i “mattoni” delle proteine presenti in natura nelle cellule vegetali e animali.
Una volta introdotti nel corpo attraverso la dieta, il fegato sintetizza gli aminoacidi, scambiandone l’ordine per creare
varie sostanze vitali per l’organismo.
Il fegato dunque rappresenta la nostra capacità di trasformazione e quindi di comprensione della realtà (aminoacidi).
Ciò che entra viene trasformato, l’utile viene tenuto e trasformato in energia vitale per la nostra crescita e la nostra
evoluzione personale, mentre ciò che è velenoso e ci danneggia interiormente viene espulso.
Il fegato è ciò che congiunge l’esterno (proteine vegetali e animali) con l’interno (proteine umane), è la
comprensione dell’Unità e rappresenta l’estrema saggezza; i conflitti vengono elaborati e ciò porta all’evoluzione
della coscienza.
Come il fegato malato non sintetizza più, non elabora, non disintossica più, così noi lasciamo che le esperienze
dolorose ristagnino dentro di noi; se non ci permettiamo di esprimere la rabbia, la collera, la frustrazione,
coviamo risentimento, rancore, siamo accecati da pensieri di vendetta, diventiamo eccessivamente aggressivi, e
lasciamo che queste emozioni ci corrodano (abbiamo dei travasi di bile, ci rodiamo il fegato, diventiamo ciechi
o verdi dalla rabbia… esiste un ricco frasario popolare sull’argomento!)
Esprimere la nostra collera (urlando, piangendo, picchiando un cuscino) avvia il processo di guarigione perchè
cominciamo a metabolizzare quello che ci siamo tenuti dentro fino ad arrivare alla comprensione.
Lasciamo fuoriuscire il veleno dell’anima, purifichiamo il corpo e la coscienza, e siamo nuovamente capaci di
vedere con chiarezza, ci assumiamo la responsabilità nel nostro processo di crescita, prendiamo atto di noi stessi
ed esprimiamo la nostra natura.
Il fegato è collegato alla vescica biliare e naturalmente agli occhi: con l’esame degli occhi valuto la salute del fegato.
Attraverso gli occhi mi riempio di esperienza, e allo stesso tempo proietto me stesso all’esterno (l’occhio è
lo specchio dell’anima ).
Organi correlati: occhi,vescica biliare
Funzione fisiologica: disintossicazione, accumulo di sostanze nutritive, sintesi degli aminoacidi
Funzione energetica: comprensione, trasformazione
Emozione luce: responsabilità, saggezza
Emozione ombra: collera
Quarta posizione: mani sulla MILZA
La milza agisce come una ghiandola a secrezione interna, regolando la qualità e la quantità della massa sanguigna
e fungendo da serbatoio per globuli rossi e bianchi, messi in circolo quando il corpo ne ha più bisogno
(malattie, emorragie).
Svolge infatti una funzione emolitica che permette di selezionare i vecchi globuli rossi, recuperando il ferro,
ed emopoietica, con la produzione di linfociti e anticorpi che proteggono l’organismo.
Insieme alla pelle, la milza rappresenta la capacità di difenderci dalle aggressioni esterne, di proteggerci.
Quando queste funzioni sono attivate ci sentiamo al sicuro e siamo in grado di schiuderci all’esterno, di fidarci,
di lasciar entrare.
Siamo aperti e disponibili.
Il Chi della milza sale al cervello, aiutando a mantenere chiarezza nel pensiero ed equilibrio nella riflessione.
Un’eccessiva attività intellettiva porta alla chiusura in sè stessi, non ci si apre, diventiamo l’unico specchio per noi stessi.
Diventiamo introversi, ci preoccupiamo, il dialogo interiore diviene incessante.
Non ci permettiamo di aprirci e di lasciar entrare: la milza si gonfia (ipersplenismo), trattiene globuli rossi
e bianchi, costringe il midollo osseo a produrre più cellule.
Il dolore ci fa ripiegare su noi stessi.
La milza incarna il concetto di barriera, così come il suo organo correlato, la pelle, capace dei più disparati
sistemi difensivi atti ad allontanare chi ci sta intorno (eruzioni cutanee, acne, eczemi, herpes...)
Organi correlati: pelle
Funzione fisiologica: produzione di anticorpi e globuli rossi
Funzione energetica: difesa, protezione
Emozione luce: apertura
Emozione ombra: chiusura
Quinta posizione: mani sul CUORE
Il cuore è il propulsore del sistema circolatorio.
E’ un organo cavo, posto per lo più nella parte sinistra del torace, ed è composto principalmente di due parti: il
miocardio e un sistema di membrane interne (endocardio) e in superficie (pericardio).
Il cuore si contrae, spingendo e ricevendo il sangue in circolazione, è una sorta di pompa che aspira e preme.
Al cuore fa capo un sistema chiuso di vasi elastici, una fittissima rete capillare attraverso cui il sangue irrora
tutto l’organismo.
Ogni cellula del nostro corpo riceve ogni secondo della nostra vita il prezioso nutrimento, la linfa vitale, senza
la quale non potremmo vivere.
Il sangue è la vita e il cuore rifornisce di vita, sempre e comunque: è il simbolo dell’amore incondizionato, e
il sangue è la gioia, la vita.
Il cuore pompa amore e gioia dentro di noi.
Ascoltare il proprio cuore vuol dire essere in contatto con la nostra parte più vera, più sincera; se apriamo il
cuore e lasciamo che esso canti, ci rivelerà la nostra più profonda verità.
Il cuore è libertà, aria, volo.
E’ il fuoco che riscalda il corpo.
Nel cuore il nostro bambino interiore vive, ride, si diverte, corre nei verdi prati.
Lasciamo che ci prenda per mano e ci mostri ciò che da tempo abbiamo dimenticato: il gioco.
Neghiamoci l’amore, la felicità e la gioia di vivere, e il nostro cuore si raffredderà.
Diventerà un cuore di pietra.
Il sangue circolerà lentamente, provocando attacchi, angina e anemie.
Se non siamo in grado di provare gioia per ciò che stiamo vivendo, se non ci godiamo l’esistenza, il dramma
e l’apatia spezzeranno la nostra vitalità, il cuore diverrà pesante, stanco, schiacciato da un’esistenza che non ci piace.
Ci immobilizziamo nel dolore e nel vittimismo.
Tutto perderà di sapore (il cuore è collegato alla lingua, al gusto), perderemo l’entusiasmo, l’amore
incondizionato per le cose e per la vita.
Organi correlati: lingua (gusto)
Funzione fisiologica: circolazione sanguigna
Funzione energetica: movimento, vitalità, amore incondizionato
Emozione luce: gioia, gioco
Emozione ombra: apatia